Descrizione
La scoperta che la cosa piú grande di Cesare erano i suoi debiti, e che questi furono la causa reale del suo successo politico, suscita una reazione di incredulità e fastidio nel personaggio che parla in prima persona in questo romanzo: uno storico giovane e idealista che – a vent’anni dalla morte di Cesare – raccoglie materiali per scriverne la biografia. Brecht, narrando i colloqui del giovane col banchiere Spicro, e riproducendo gli immaginari diari del segretario di Cesare, Raro, riscrive la storia di Roma nel I secolo a. C., col risultato di restituirla, con sorprendente verosimiglianza, alla sua dimensione «affaristica». È una sfida credibile sul piano storico e felicissima sul piano narrativo. Brecht, in quest’opera rimasta incompleta e pubblicata postuma nel 1956, si è rivelato un romanziere efficace con uno stile da storico: probabilmente il suo tono freddo, asciutto, argomentativo non sarebbe dispiaciuto allo scrittore Cesare, per il quale è qui professata una latente, originalissima simpatia.